Spazio del dialogo

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Learning resource

Spazio del dialogo

A seguito di una notizia di cronaca di razzismo o di un atto di terrorismo viene attivato lo Spazio del Dialogo per permettere ai ragazzi di affrontare il tema del confronto tra culture
Proposta di utilizzo
Prevention of radicalisation
Gruppo destinatari
Studenti, età tra i 14-17, frequentanti scuola o formazione professionale
Metodo pedagogico
Learners' work
Moderated discussion
Obiettivi
  • Sensibilizzare la comunità educativa, le famiglie, i decisori politici e l’opinione pubblica in generale, rispetto all’esigenza di affrontare e ridimensionare pregiudizi e stereotipi, di educare alla convivenza e al rispetto della diversità
  • Contruibuire, con l’attivo coinvolgimento dei ragazzi, alla creazione di ambienti protetti, accoglienti all’ interno delle scuole che facilitino gli studenti appartenenti a comunità diverse ad esprimersi liberamente e ad incontrarsi

 

  • Attuare azioni di educazione interculturale al fine di prevenire e combattere gli stereotipi reciproci, di riconoscere le analogie e le differenze tra le diverse culture, di scambiare riferimenti e conoscenze, di insegnare il rispetto e l’apertura nei confronti degli altri, con un’attenzione sia alla dimensione cognitiva e dei saperi (aprire le menti) che a quella affettiva e relazionale (aprire il cuore)

 

Descrizione

Lo Spazio del Dialogo può essere un luogo utile ad attirare e concentrare l’attenzione al tema della lotta alle discriminazioni e agli stereotipi all’interno della scuola.

Per la sua realizzazione , si tratta di predisporre un’area protetta di incontro e dialogo dedicato allo scambio culturale tra gli studenti coinvolti nel progetto (il cosiddetto Student team). Lo Spazio del Dialogo si concretizza in una stanza allestita all’interno della scuola, dotata di materiale didattico, attrezzature per la realizzazione di riunioni, di visioni di filmati (video e web) e di laboratori teatrali. E' in primo luogo uno spazio bello e accogliente, nel quale i ragazzi possano sentirsi a proprio agio.

Può essere però anche uno spazio „virtuale“, non fisico: l’organizzazione di momenti di lavoro in classe ma chiaramente separati dall’attività didattica curriculare.

Fondamentale è il coinvolgimento dei ragazzi sin dall’allestimento dello Spazio, come modo per far sentire loro quel luogo come proprio e sul quale quindi sentirsi responsabili in prima persona. Come spesso sperimentato nelle forme di partecipazione diretta, contribuire direttamente al recupero e all’allestimento di uno spazio (dipingendolo, scegliendo e comprando materiali e libri per allestirlo, promuovendolo) contribuisce a aumentare il senso di appartenenza allo stesso e la cura e il rispetto che gli verrà dedicato.

La presenza di un facilitatore e mediatore all’interno dello Spazio del Dialogo, è importante per promuovere e gestire al meglio le attività. Per un funzionamento ottimale appare cioè importante dotarsi di competenze (ad esempio sulla gestione dei gruppi, la soluzione di conflitti interpersonali, la guida delle discussioni collettive) che permettano di guidare lo Spazio e di gestire le dinamiche interpersonali che emergono in un luogo di confronto aperto ai giovani.

Per coinvolgere i giovani studenti in attività sui temi della discriminazione, è necessario partire da attività conoscitive e motivazionali di base che coinvolgano tutta la scuola, al fine di far conoscere il più possibile le attività che si intendono svolgere e lo Spazio del Dialogo a tutti gli studenti e agli insegnanti. Le attività più continuative e di lungo periodo vanno fatte con studenti volontari e motivati (non cooptati!). Importante favorire la formazione di un gruppo di lavoro eterogeneo (per età, sesso, nazionalità) per agevolare il più possibile il confronto. Può essere utile che gli studenti coinvolti direttamente si facciano a loro volta promotori verso altri giovani, secondo il modello dell’educazione peer to peer.

Lo spazio del dialogo viene quindi utilizzato con due modalità:

  • come luogo nel quale vengono organizzate occasioni di confronto e di incontro calendarizzate, indipendentemente dall’insorgere di situazioni critiche
  • come luogo nel quale si organizzano attività a seguito dell’insorgere di situazioni critiche

Le attività dello Spazio del Dialogo devo svolgersi durante l'orario scolastico ed essere parte integrante delle attività scolastiche curriculari

Lo spazio del dialogo deve disporre di una raccolta di documenti già strutturata per affrontare le questioni della discriminazione e del confronto fra culture diverse. Si è crea una „lavagna degli strumenti“ come: musica (es.radio)/canzoni/danza laboratori teatrali, racconti orali, conversazioni di gruppo, scatola delle discriminazioni, giochi di ruolo, incontri con esperti, scuola di regia, incontri di cucina/attività pratiche, incontri con altre scuole, incontri con i genitori, sviluppo di attività su internet (blog, questionari ....)

Molto importante è anche la possibilità di confrontarsi con testimoni privilegiati  e testimonial di varia natura: dai giornalisti e gli psicologi , dagli antropologi ed economisti, agli educatori e operatori sociali a esponenti del mondo religioso.
 

Risorse umane e materiali

Uno Spazio del Dialogo pienamente funzionante necessita di essere guidato da soggetti esperti e competenti. Per questo, il ruolo di un coordinatore/referente per la lotta ai pregiudizi e agli stereotipi nella scuola può essere molto utile per sancire un ruolo riconosciuto e del tempo dedicato a del personale formato su questi temi. È necessario che questo referente abbia una formazione specifica sui temi della mediazione dei conflitti e sulla gestione dei gruppi. Il ruolo del coordinatore/referente funziona meglio se condiviso tra più persone all’interno della medesima struttura (la presenza di gruppo di lavoro dà maggiori frutti che un lavoro fatto in solitudine!).

È anche importante favorire momenti dedicati di confronto con tutta la scuola per agevolare il coinvolgimento del corpo docenti nel suo insieme.

Valutazione del processo di apprendimento

E' assolutamente necessario che il facilitatore e mediatore (insieme con il gruppo di docenti e tutor della classe e, possibilmente, con gli allievi stessi) definisca in avvio di attività una serie di obiettivi e risultati molto concreti da raggiungere: senza questa definizione l’esperienza risulta poco costruttiva e rischia di trasformarsi in uno spazio ricreativo.

Tali obiettivi (indicativamente fra 3 e 10) vengono riportati su una scheda che verrà utilizzata, al termine dell’esperienza come griglia di autovalutazione da parte die ragazzi e come strumento di valutazione di gruppo da parte del team di docenti.

È molto utile che, al termine dell’esperienza, i ragazzi riescano a definire un piccolo elenco di „recommendations“ da diffondere al fine di prevenire le situazioni problematiche dalle quali era partita l’esperienza.

Type
Workshops
Modalità pedagogiche
Discussion within classroom
Numero dei partecipanti
Un gruppo di studenti di una classe (numero ottimale:10)
Durata
4-5 incontri durante un mese
Costi
Nessuno
Autori
Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri Onlus
Data di creazione
Lingua(e) disponibile(i)

English

Slovenian

Portuguese, Portugal

French

Italian

German

Romanian

Spanish

Dutch

Parole chiave
Luogo di relazione
Educazione interculturale
Lotta pregiudizi e stereotipi